Partire o non partire?

Il 2021 che è appena passato ha fatto capire in modo chiaro ed inequivocabile che tutti noi abbiamo bisogno di viaggiare. E’ ormai diventata una necessità e non appena una destinazione riapre al turismo questa viene subito richiesta da tutti i viaggiatori: è successo con l’Islanda, gli Stati Uniti, la Giordania, gli Emirati Arabi… Laddove si può andare i turisti sono pronti a partire. Ovviamente non è come prima e la tanto agognata normalità è lontana dal tornare e chissà mai quando tornerà. Però proprio questa incertezza ha spinto molte persone a rompere gli indugi e a viaggiare comunque, nonostante le difficoltà dovute a tamponi, vaccinazioni, burocrazia e controlli. Questo perchè se è pur vero che “l’attesa del piacere è essa stessa il piacere” questa non può durare in eterno: il tempo scorre, inesorabile, le occasioni passano e se c’è una cosa che ci ha insegnato la pandemia è che non bisogna rimandare troppo. Sicuramente in questi due anni vi sarà venuto da dire: “meno male che ho fatto quel viaggio prima di tutto questo” oppure: “accidenti se avessi prenotato quella volta che si poteva”. Personalmente ho notato questa voglia di tornare a vedere il mondo nei miei viaggi che sono riuscito a fare i cui i partecipanti hanno potuto constatare che in fondo la situazione negli altri Paesi non è diversa da quella in Italia e come ci si muove qui ci si può muovere con le solite cautele in tutti i luoghi in cui è permesso andare. Sarei un bugiardo a dire che i problemi non ci sono ma chi ha voglia di viaggiare li affronta con buon spirito di adattamento probabilmente proprio perchè è talmente tanta la voglia di rivedere il mondo che qualsiasi difficoltà la si affronta con la giusta attitudine.  Non è così per tutti ovviamente: ancora tanti preferiscono stare alla finestra ed aspettare tempi migliori, magari limitando gli spostamenti in Italia o in nazioni europee vicine perchè “non si sa mai cosa può accadere”. Quello che può accadere è riassumibile in due cose: un tampone positivo prima di partire un tampone positivo prima di rientrare. Sono due situazioni da prendere in considerazione, da soppesare prima di partire, informandosi su cosa comporterebbero. Nel primo caso la seccatura è ovviamente la rinuncia al viaggio e se come agente di viaggio non posso aiutarvi a superare l’arrabbiatura  posso però aiutarvi a rientrare in possesso della cifra spesa: stipulare un’assicurazione che preveda il rimborso di quanto pagato è fondamentale e se anche ci si rimette un 15% di franchigia almeno il restante 85% viene rimborsato! Il caso della positività prima del rientro è sicuramente la cosa che spaventa di più e che fa titubare prima di prenotare. Nello sfortunato caso si diventi positivi prima del rientro è necessario isolarsi seguendo le direttive del Paese in cui ci si trova ma anche in questo caso a lenire un po’ i dolori ci pensa l’assicurazione che copre le spese di soggiorno per l’isolamento in hotel (solitamente per un periodo massimo di 15 giorni) e la riemissione del biglietto aereo per il rientro. L’assicurazione copre anche parte delle spese di un eventuale compagno di viaggio che decide di restare lì e fornisce assistenza medica. Infine, l’agenzia di viaggio non vi abbandona restando telefonicamente a disposizione. Le formule per viaggiare ci sono, le tutele anche, la garanzia che nulla possa succedere no. Quella non ve la può dare nessuno: le destinazioni “covid free” abbiamo imparato che non esistono perchè la pandemia è ovunque altrimenti non sarebbe tale. Sta a voi, a noi, scegliere in base alla propria condizione al proprio modo di vedere le cose. Io ho deciso di provare a conviverci e a viaggiare. Ma io sono di parte.