“Resort fees” l’insopportabile gabella Made in USA

I viaggi verso gli Stati Uniti dopo la pandemia sono aumentati in maniera vertiginosa. Molti pensano che l’incremento dei prezzi sia dovuto soprattutto ai voli aerei ma non è proprio così. Sebbene le compagnie abbiano aumentato i prezzi la voce che incide di più nella costruzione di un viaggio negli USA è senza dubbio la porzione relativa ai pernottamenti. Con il deciso aumento del turismo interno, che ha riempito gli hotel nel periodo in cui era difficile o impossibile muoversi, gli alberghi hanno aumentato le tariffe arrivando a chiedere 500 dollari a notte per un hotel a due stelle in zona Times Square nel periodo di inizio dicembre e 800/900 dollari per un alberghetto all’interno del parco di Yellowstone a luglio. Cifre folli, soprattutto per noi italiani. Come se questo non bastasse, molti hotel di molte località hanno iniziato ad applicare l’odiosissima “Resort Fee” chiamata a volte anche “Amenity Fee”: un vero e proprio costo nascosto spesso molto alto con il quale si giustifica l’offerta di servizi assolutamente normali come: wi-fi, utilizzo della palestra o piscina. Oppure aggiungendone altri totalmente inutili: chiamate locali illimitate o stampa delle carte d’imbarco.  Queste “gabelle” sono in uso da tempo a Las Vegas ma se da una città fatta per spennare chi la visita ce lo si può aspettare è invece odioso vederla a New York, San Francisco, Grand Canyon, Miami o anche in altre piccole località. Tali Resort Fee possono essere davvero alte all’interno di un soggiorno e costare anche 40/50 dollari al giorno per camera.  Ma perché gli hotel lo fanno? Per una ragione molto semplice: per pubblicizzare meglio la loro offerta sui vai siti e apparire con prezzi più bassi, salvo poi aggiungere la resort fee al momento del pagamento oppure caricandola sulla carta di credito una volta in loco. Vi ricordate quando anni fa le compagnie aeree facevano pubblicità offrendo tariffe molto basse alle quali si dovevamo però aggiungere le tasse? Ecco, è la stesso ragionamento. In Europa non è più possibile ma in America sì e nonostante diverse battaglie dei consumatori e proposte di legge ad hoc, le “Resort Fee” invece di sparire si moltiplicano in diverse zone degli Stati Uniti. E a me, quando non riesco ad includerle nelle quote, non resta che dire la solita frase di quando non so come giustificare qualcosa: “It’s America baby…”.